Ogni viaggio ha la sua parola, quella che riassume, quella che spiega.
Ridefinire è quella del mio viaggio a Buenos Aires.
Nella Puna ho ridefinito il concetto di spazio, a Iguazú di potenza, nella pampa argentina di silenzio.
Ho ridefinito il concetto di tempo e, insieme, quello di attesa.
Ho ridefinito le parole: non cactus ma cardón, non zuppa ma locro.
Ho ridefinito il Sud.
Una continua e incessante ridefinizione dei punti di vista. Viaggiare è questo.
Sud America. Argentina. 11.124 km da Roma.
14 ore di volo.
Viaggio in Argentina
Prima tappa: Buenos Aires
Iniziamo dalla prima tappa del viaggio, Buenos Aires. Non è stato un colpo di fulmine. Penalizzata dalla mia rinomata, assillante, sfinente ricerca dell’inconsueto, ha dovuto faticare per entrare a far parte di quel piccolo Olimpo fatto al 70% di souk, spezie e muezzin. Eppure.
A differenza di qualsiasi altra metropoli in cui sia stata mi ha conquistato di notte. La triade, grazie alla quale oggi ripenso a Buenos Aires con un generoso pizzico di malinconia, ha il sapore delle empanadas di El San Juanino, la scioglievolezza del bife de lomo di Don Julio, la bellezza mai consumata dal tempo dei gingilli del mercato di San Telmo.
Il mio viaggio in Argentina è iniziato con quell’empanadas, vicino a un forno, al riparo dai 2 gradi di una fredda Buenos Aires d’agosto. È un attimo. Basta un attimo a cambiare direzione.
Cosa fare a Buenos Aires
Le madri di Plaza De Mayo
Cosa vedere durante un viaggio a Buenos Aires ve lo dice Lonely Planet o, meglio ancora, Le Routard. Non voglio tediarvi con un elenco di cattedrali e musei, parchi e vie dello shopping, no. Voglio però dirvi di raggiungere in Plaza De Mayo le madri dei desaparecidos, lì tutti i giovedì alle 15.30 per commemorare i propri figli e continuare la marcia per i diritti umani: unitevi a loro, in silenzio, fategli capire che non sono sole e che non lo saranno mai.
Il peronismo e Casa Rosada
Voglio dirvi di varcare l’uscio di Casa Rosada, di farlo però dopo esservi costruiti il vostro personale fardello di storia. Varcatelo dopo aver studiato il peronismo, i suoi principi, le politiche di Juan Domingo Perón, i discorsi di Evita. Con queste consapevolezze, i balconi da cui Eva Peròn infiammava i cuori degli argentini con i suoi discorsi, avranno una luce diversa. Il sabato e la domenica è possibile visitare gratuitamente Casa Rosada.
Il mercato dell’antiquariato di San Telmo
Voglio dirvi di dedicare una domenica del vostro viaggio a Buenos Aires alla Feira de San Telmo, il mercato dell’antiquariato organizzato ogni domenica in Plaza Dorrego e nelle lunghe vie circostanti. Non potete fare ritorno in Italia senza un sifone colorato o un boccale della Quilmes ma, indipendente dalla vostra propensione allo shopping, il mercato di San Telmo è un’esperienza da non perdere.
Approfittatene anche per godervi lo spettacolo di tango organizzato in piazza che, a detta del proprietario della bancarella 105, “è tango vero, quello che piace a noi argentini”. Lui vende antichi e bellissimi sifoni a partire da 500 pesos, andatelo a trovare anche solo per una chiacchiera, ve ne innamorerete.
La Boca
Voglio parlarvi della Boca, ma qui è un discorso a parte. No, non me ne sono innamorata: si viene qui per El Caminito, strada tanto colorata quanto turistica, tripudio di gift shop e ristoranti turistici. Ci sono i ballerini di tango, il sosia di Maradona con cui scattare un selfie in cambio di qualche pesos, c’è Papa Francesco con un sorriso a 365 denti affacciato a un balcone. Non aspettatevi più di questo.
Qui, alla fine dell’800, arrivarono tantissimi immigrati italiani e spagnoli: gran parte trovò lavoro negli stabilimenti di lavorazione della carne, il principale prodotto d’esportazione. Dopo aver dipinto le chiatte utilizzate per la spedizione, avevano l’abitudine di versare la vernice rimasta sulle pareti di lamiera ondulata delle loro case, donando a la Boca la particolarità che l’avrebbe resa famosa.
Forse quell’anima popolare è conservata nella parte off limits del quartiere. Chissà. Durante il mio viaggio a Buenos Aires non ho avuto il tempo di sondare la fantomatica pericolosità della Boca, non nego, però, che mi sarebbe piaciuto capire se questa fama è legata ad un passaparola ormai radicato nelle credenze di chiunque o alla nuda e cruda realtà.
Dove mangiare a Buenos Aires
Il miglior bife de lomo di Buenos Aires
Don Julio
Palermo Viejo – Calle Guatemala 4699
Ci spostiamo nel quartiere Palermo per un bife de lomo da medaglia d’oro. Il migliore dell’intero viaggio in Argentina è stato quello di Don Julio. Sintetizzo tutto così: 34° posto della World’s 50 Best Restaurant, Miglior Ristorante del Sud America, Miglior Ristorante dell’Argentina. Caldo, accogliente e con una cantina di vini commovente. Unico e solo consiglio: prenotate, prenotate con largo anticipo.
Dimenticavo: mangiate in libertà, senza preoccuparvi del conto. Al 34° miglior ristorante del mondo per un antipasto, 2 bife de lomo, contorno e una bottiglia di vino abbiamo speso circa 60 euro in due. Godetevelo tutto, fino alla fine.
Le migliori empanadas di Buenos Aires
El San Juanino
Recoleta – Calle Posadas 1515
Empanadas, ma non solo. Però diciamolo, qui si viene essenzialmente per loro. Ha l’aria di una piccola pizzeria d’asporto, che regala piccoli morsi di felicità a 45 pesos.
Bellas Artes Panaderia Artesanal
Palermo – Calle Charcas 4118
Eccoci di nuovo Palermo, quartiere simbolo della street art.
Primo consiglio extra-empanadas: se volete davvero essere certi di non perdervi i murales simbolo della città, optate per un tour. I ragazzi di Free Walking Tours propongono tour gratuiti e a pagamento: quello alla scoperta della street art di Palermo ha una durata di 2 ore e costa 400 pesos a persona.
Secondo consiglio extra-empanadas: Palermo è un tripudio di cafè, ristoranti, vinerie e locali notturni, se cercate una base per fare le ore piccole è qui che dovete soggiornare durante il vostro viaggio a Buenos Aires.
Ma torniamo a noi, o meglio, alle empanadas di Bellas Artes. L’impasto è più morbido rispetto a quello dettato dalla tradizione, ma devo dirlo: l’empanada al formaggio e prosciutto cotto è riuscita a portarmi in Paradiso. Un Paradiso succoso e filante, grasso e calorico al punto giusto.
Viaggio a Buenos Aires: caffè e aperitivi
Libreria El Ateneo
Recoleta – 1860 Santa Fe Avenue
Il paradiso. Davvero.
Il Guardian l’ha posizionata al secondo posto della classifica delle librerie più belle del mondo. C’è davvero poco da dire, è così. Aperta nel 2000 al posto dello storico Teatro Gran Splendid, è il luogo perfetto per una pausa al profumo di carta e caffè: l’antico palco ospita una scenografica caffetteria, in cui immergersi per contemplare con calma, in silenzio, questo schiaffo di bellezza.
Borges 1975
Palermo – Jorge Luis Borges 1975
Una chicca nascosta nel cuore di Palermo. Libreria, bar-caffetteria e club di musica jazz e blues. Tutto questo in un solo, incantevole posto.
Cafè Nostalgia
Recoleta – Soler 3599
Ho sempre pensato di volere un bar così a due passi da casa. Uno di quei posti in cui chiudere la giornata con una birra o un Fernet Cola, scambiando quattro chiacchiere su tutto e sul nulla con gli habitué, per poi dire “buonanotte, a domani.” Un po’ Friends, un po’ bar con le freccette dei medici del Grace Hospital. A pochissimi passi dal nostro primo b&b, ve lo straconsiglio per un aperitivo in zona Recoleta.
Per chi non lo sapesse, il Fernet Cola è il drink argentino per eccellenza, basti pensare che la famiglia Branca ha aperto la sua unica distilleria al di fuori dell’Italia proprio in Argentina.
Bar Do lo Néstor
San Telmo – Bolìvar 548
Aprite quella porta solo se volete essere travolti da una bufera peronista. Qui tutto parla di Peròn, di Evita e di popolo. Di turisti neanche l’ombra in questo clima di simpatica e allegra resistenza, e poi che dire del menu… la scritta “cerveza capitalista” me l’hanno fatto amare. Più che per cena ve lo consiglio per una birra non capitalista nella vera Buenos Aires.
Dove dormire a Buenos Aires
Le Petit Palais
Recoleta – Calle Jose Ignacio Gorriti 3574
Gilles, francese trapiantato a Buenos Aires, ha dato vita e anima ad un B&B curato in ogni più piccolo dettaglio. I suoi consigli valgono più di 30 guide messe insieme: dobbiamo a lui i bife più buoni del nostro viaggio. Le Petit Palais di Buenos Aires ospita 5 camere, davvero stupende superior ed executive al secondo piano. A colazione pane, burro e marmellata, yogurt fresco, frutta e cereali.
Gilles ha 3 gatti pacioccosi, incredibilmente soffici: come tutti i gatti vivono una vita a sé, di certo non verranno a farvi visita in camera, ma nel caso foste allergici al loro pelo pensateci. Se avete organizzato il vostro viaggio a Buenos Aires durante l’inverno, magari, chiedete in anticipo a Gilles di accendere il riscaldamento della vostra camera: eviterete di trasformarvi in piccoli e simpatici polaretti.
Mansion Vitraux
San Telmo – Carlos Calvo 369
Siamo nel cuore di San Telmo, a un isolato sia dal mercato coperto ortofrutticolo – e non solo – sia da Plaza Dorrego, punto di partenza del mercato domenicale d’antiquariato “Feira de San Telmo”. La vera differenza di questo accogliente boutique hotel è fatta dallo staff, di una cordialità e gentilezza davvero rara.
Abbiamo soggiornato alla Mansion Vitraux di ritorno dalla pampa, prima di partire verso Iguazù, per poi tornare l’ultima notte prima di imbarcarci per Roma; al nostro secondo arrivo ci era stata riservata una superior (Glamour) piuttosto che la standard prenotata, graditissimo “ringraziamento” per essere ritornati da loro. Camera bellissima, bellissimo gesto. Grazie Jorge.
Consigli pratici per un viaggio in Argentina
Per entrare in Argentina non è necessario alcun visto. I cittadini italiani appena atterrati devono presentare un passaporto in corso di validità e il biglietto aereo di andata e ritorno (entro i 90 giorni).
Appena arrivati, se viaggiate in due o più di due, vi consiglio di prendere un taxi per raggiungere il centro città, ammortizzerete i costi. In alternativa, potete optare per il servizio transfer TiendaLeòn: per raggiungere il centro di Buenos Aires in bus dall’aeroporto internazionale di Ezeiza e di lì essere accompagnati al Petit Palais con un auto privata, abbiamo speso 570 pesos.
Buenos Aires è pericolosa? Durante il mio viaggio a Buenos Aires mi è stata fatta questa domanda decine di volte. Non ho l’abitudine di indossare ori e tesori ma, onestamente, non ho avvertito alcun senso di pericolo. Il consiglio è sempre lo stesso: aprite gli occhi, sempre e ovunque, a Roma come a Buenos Aires. Un po’ di attenzione, in ogni angolo del pianeta terra, non fa mai male.
Ecco tutte le tappe verso nord dopo il nostro viaggio a Buenos Aires: San Antonio Areco (Pampa argentina) – Iguazù – Salta – Purmamarca – Humahuaca – Tilcara. Presto, arriverà l’itinerario completo per ognuna di queste tappe.
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