Vado. Vedo. Appunto.
Appunto tutto. L’appunto può essere un indirizzo, una foto, un nome, qualche parola annotata dietro uno scontrino.
Ricordi per me e consigli per gli altri.
Sono arrivata a Porto, Best European Destination per il 2017, proprio con questa idea.
Intima, riservata, malinconica: esattamente come la ricordavo. Un continuo sali-scendi di vicoli in penombra, azulejos e facciate pastello, tram, mercati, taverne e baccalà.
Un weekend a Porto è un assaggio di Portogallo, di Oceano.
Lascio qui i miei appunti, nello stesso ordine in cui li ho presi. Qualche chicca, alcuni indirizzi e quel qualcosa in più da annotare se si è in partenza per Porto.
Cosa fare a Porto
Comprare del cioccolato dalla Chocolateria Ecuador
Una pralina, una stecca, un sacchetto o una montagna. A voi la scelta, in questo piccolo e romantico paradiso del cioccolato portoghese. Atmosfera retrò e bellissime confezioni.
Rua das Flores 298 – Quartiere Ribeira
Ammirare l’atrio della Stazione ferroviaria di São Bento di Porto
20.000 azulejos raffiguranti le più grandi battaglie della storia portoghese rivestono l’atrio principale della Stazione ferroviaria di São Bento. Considerata una delle stazioni più belle del mondo, è un tuffo nel passato che merita sicuramente una sosta durante un weekend a Porto.
Girovagare tra le bancarelle del Mercado do Bolhão di Porto
C’è davvero di tutto in questo affollato mercato inaugurato nel 1850, dalla architettura neoclassica e dalla struttura in ferro battuto. Soprattutto, ci sono tante donne. Perlopiù dalla cinquantina in su, intente a sfilettare ogni sorta di pesce, a sminuzzare verdure, a imbustare, a fare conti. Popolare e colorato, come solo i mercati sanno essere.
Rua Formosa
Prendere il tram n.1
Tram giallo: ed è subito Portogallo. Tornano alla mente quelli che attraversano Lisbona ma, anche Porto, ha conservato alcuni dei suoi vecchi tram. Personalmente, li adoro. Il giallo, l’interno in legno, quell’andare lento e delicato. A Porto le linee ancora in funzione sono tre: ho scelto di utilizzare il numero 1 per raggiungere l’Atlantico, quello che fa da spola tra il centro storico e Foz do Douro, costeggiando il fiume.
Ticket € 3,00
Aspettare il tramonto sull’Oceano Atlantico
Eccolo. L’Oceano in città. Sabbia dorata, scogliere lucide e onde degne dei surfisti che animano le sue spiagge, ma lo spettacolo, si sa, è al tramonto. Il cielo si colora di fucsia, il sole s’inabissa nell’Atlantico e l’aria si fa più leggera. Un tramonto è un tramonto, un tramonto con una birra è un lusso: in uno dei caffè di Praia de Luz, alcuni a pochi metri dall’acqua, il sogno diventa realtà.
Comprare un libro dalla Livraria Lello
Una libreria inaugurata nel 1906 dalla facciata neogotica, incredibili stucchi in gesso e un lucernaio in vetro istoriato, inserita nella top 10 delle librerie più belle del mondo; una scala arrotondata porta al secondo piano, dedicato a cucina, fotografia, viaggi e architettura. La magia di un tempio del genere è annientata, però, dalla foga dei turisti in cerca di uno scatto semi-decente che, loro malgrado, causa andirivieni di esseri umani, luce soffusa e spintoni casuali, non arriverà mai. Purtroppo sono pochi quelli che si rassegnano e se ne fanno una ragione, magari dedicandosi al più nobile passatempo della lettura o alla scelta di un libro da portar via, e molto più i fiduciosi che si paralizzano in ogni angolo con reflex, smartphone e Nokia 8310. Cercate di evitare i momenti di massima folla, insomma. Considerata l’alta affluenza, la Livraria Lello prevede un ticket di ingresso di € 4,00 , scalato dal totale nel caso di acquisti.
Rua das Carmelitas 144 – Quartiere Clérigos (lun-ven 10-19.30, sab 10-19)
Shopping da A Vida Portuguesa
A pochi passi dalla Livraria Lello, ci si imbatte in un incantevole negozio a metà tra vintage e tradizione portoghese. Due piani in cui trovare davvero di tutto, dal tessile ai libri, dalle saponette alle macchine da scrivere. Nonostante la mia totale indifferenza allo shopping, ammetto di aver trovato a Porto una serie di negozietti in cui perdere la testa: A Vida Portuguesa è uno di questi. Per la cronaca, dopo un anno e mezzo di ricerca in ogni angolo del mondo, dall’Iran alla Norvegia, dal Marocco alla Grecia, è qui che finalmente ho trovato la tazza dei miei sogni.
Rua Galeria de Paris 20 – Quartiere Clérigos (lun-sab 10-20h, dom-festivi 11-19)
Bere una Super Bock da Adega Ganderela
Cercavo un bar vero portoghese, quello dei capelli bianchi e della birra locale. La fortuna continua a premiare il mio io-viaggiatore popolare e folcloristico, su questo non c’è dubbio. Girando in un vicolo piuttosto che in un altro, scendendo piuttosto che risalire, eccomi da Adega Ganderela.
Nonostante la pioggia, i miei occhi miopi riescono incredibilmente a scorgere una chioma bianca, alta un metro e poco più, un paio di sgabelli neri e un frigorifero da casa della nonna. Entro. Anzi no, prima di entrare devo aspettare che la padrona di casa, scombussolata dall’inaspettata visita, prenda una scala, ci salga su, entri con metà busto in una mansardina, prenda il secchio di un mocio vileda e lo metta vicino alla porta. Grazie per il portaombrelli signora e anche per il panno su cui mi sta facendo pulire le scarpe! Qui si parla solo portoghese, qui c’è solo lei, qualche giocattolo sparpagliato qua e là, una tv da reperti storici sintonizzata sul tg e qualche foto in bianco e nero appesa alle pareti.
Quando sono ancora a metà della mia Super Bock, la birra locale, arriva la spacciatrice del pane: lascia un busta, si prende dei soldi, ne intasca una parte e l’altra la mette nella fessura di un cassettina a muro. Ce ne sono almeno una trentina, accompagnate da un elenco di nomi. Tra il portoghese, l’italiano, l’inglese e l’ajfhfssgsjdssjfdjf riesco anche a capire che “si tratta di una sorta di salvadanaio. Mettiamo qui i risparmi e a Natale apriamo la cassettina. Perché non a casa? Perché i nostri mariti li farebbero sparire!” Viva l’arguzia femminile e abbasso i mariti in cerca di spiccioli. Un euro di Super Bock e tanta felicità.
Rua da Bainharia 65, angolo Rua da Ponte Nove – Quartiere Ribeira
Attraversare il Ponte de Dom Luis I
Oltrepassandolo si approda sulla sponda opposta del fiume, quella punteggiata di barcos rabelos, le tipiche imbarcazioni del Douro che da sempre trasportano le botti del vino di Porto: siamo a Vila Nova de Gaia, il quartiere delle cantine. Il livello superiore del ponte, opera di un ingegnere belga allievo nientepopodimeno che di Gustave Eiffel, è riservato ai pedoni e a una linea della metropolitana: percorretelo a piedi, voltandovi verso la Città Vecchia e godendovi la vista a dir poco spettacolare.
Degustazione di Porto
Della mia prima volta a Porto ricordavo solo la degustazione da Sandeman -guidata da un uomo avvolto in un mantello nero – un piatto di trippa alla portoghese e i gabbiani. Nulla più. Se a Porto ritorni per la seconda volta, e per di più da trentenne, lasci Sandeman e la lunga fila d’attesa a chi ha voglia di fare una visita di gruppo, e cerchi disperatamente una cantina intima, per pochi, in cui sederti e degustare con calma. Arrivata.
Alle spalle della via principale che costeggia il fiume, al civico 14, ecco Piano Douro Valley Winebar & Store. Nascosto – quindi meta di chi fugge dalle cantine più note – luminoso, accogliente e con prezzi davvero onesti: € 5,00 per una degustazione di 3 calici di Porto (Bianco, Tawny e Tawny invecchiato 10 anni) e, ad accompagnare, taglieri di salumi e formaggi (€ 8,50) o aperitivi di pesce a base di cozze, sgombro o sardine (da € 2,10 a € 4,15).
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