Mi è tornato in mente un vecchio corso di scrittura creativa: “chiudi gli occhi e concentrati sui primi 3 elementi che ti vengono in mente. Poi buttali giù, nero su bianco.” È una cosa che faccio spessissimo, in teoria perché sono votata alla confusione, in pratica perché mi diverte. In viaggio è uno di quegli esercizi che mi fa inconsciamente capire cosa resterà impresso nella mia scarsa memoria per i secoli dei secoli. Sempre così, su due piedi, senza pensarci troppo.
Le stelle di Galla Placidia, le biciclette, la piadina del Ca’ de Vèn.
Ravenna è questo. È Arte: la A maiuscola davanti a 8 patrimoni mondiali dell’Unesco mi sembra il minimo. Il cielo stellato del Mausoleo di Galla Placidia, la Basilica di Sant’Apollinare Nuovo, la Basilica di San Vitale: li elenco perché, davvero, non saprei da dove partire per descrivere tanta bellezza. Fermarsi, riempirsi letteralmente gli occhi e sentirsi meglio, con qualcosa in più, più felici. Non saprei spiegarlo meglio ma è quello che ho provato. Da una parte i mosaici, di quelli che fanno solo pensare “ok, e ora l’uomo cosa può fare di più?”, dall’altra Dante e Teodorico, i battisteri, le piccole cappelle e i monumenti alla memoria.
Poi c’è il centro storico: la pietra, i fiori, le biciclette, le facciate pastello. C’è la bellissima vetrina di Bubani, chi ha l’arte nelle mani, chi tiene unite tre generazioni tra il profumo di spezie e erbe. C’è la lasagna verde (porzione da viaggio in Paradiso) e la Crema di Ravenna del Ristorante La Gardèla, la piadina – superiore, davvero superiore – del Ca de Vèn.
Ci sono loro, i romagnoli. Quelli che non ti fanno rimpiangere i pugliesi, che ti fanno sentire a casa, che hanno l’ospitalità nel sangue, la risata contagiosa (Maurizio questa è per te), la voglia di bere e mangiare, insomma, la felicità del vivere. Un grazie ad Alice dell’Erboristeria Le Radici, la donna che con 3 prodotti magici è riuscita ad evitare la mia ricaduta nel tunnel della bronchite, a Betty, Alessandra, Patrizia, insomma, a tutti gli imprenditori del progetto Souvenir Ravenna, nato proprio con l’obiettivo di animare, rivalutare e promuovere il centro storico. Non sono figlia degli ipermercati, piuttosto sono figlia delle botteghe, quelle in cui entri per l’acquisto X ed esci con un consiglio su cosa vedere in città. Loro esprimono chiaramente questo spirito. Bravi.
Cosa fare: prendere una bicicletta e raggiungere il mare. Magari al tramonto per un Happy Bio, bella iniziativa che propone ottimi aperitivi a km 0. Tra gli stabilimenti balneari vi segnalo Bologna per 3 motivi: la sua proprietaria, dolcissima e bravissima imprenditrice, una “lavoratrice” di quelle vere. La sostenibilità della struttura: no al cemento e alle vernici tossiche, sì a pannelli solari e pedane in legno. Dulcis in fundo: il centro benessere in riva al mare, l’esaltazione. Peraltro nel ristorante si mangia strabene: gnocchetti con salmone, 10 e lode.
Info: Ufficio Turismo del Comune di Ravenna
Da Ravenna a Forlì
Il passo è breve. Parto da un consiglio, perché penso di aver trovato un piccolo angolo di Paradiso nel mondo del grande Fausto Faggioli, Presidente di E.A.R.T.H. Academy: Borgo Basino, Fattorie Faggioli, località Cusercoli giusto per essere precisi precisi. In realtà intorno è solo verde, boschi e colline, chiamatela pace dei sensi, chiamatelo Eden, chiamatelo come vi pare, io so solo che sarei rimasta lì per intere giornate a mangiare torte appena sfornate, bere tè e importunare Tobia. Stop.
E a Forlì che si fa? Si passeggia in Piazza Saffi; si sale in cima al Campanile; si va assolutamente ai Musei San Domenico, lì dove avrei potuto passare ore in adorazione dell’Ebe di Antonio Canova; si fa una pausa pranzo strepitosa da Eataly, a La Trattoria di Giuliana, magari al seduti al “Tavolo dei fortunati” con vista panoramica sulla piazza; e a cena ecco la famosissima pizza della Pizzeria del Corso (aggiungeteci un tiramisù, fidatevi). E anche qui si fa shopping: dopo Souvenir Ravenna arriva Souvenir Forlì, progetto in fase di rodaggio nato da appena un anno. E quindi sì, perdiamoci nei centri storici, conosciamo chi li anima e, soprattutto, sosteniamo l’economia territoriale con acquisti locali e sostenibili.
Info: Ufficio Turistico del Comune di Forlì
Avevo deciso di chiudere il post con una foto, poi mi è rimbombata nella mente una frase, quella giusta, che racchiude un po’ lo spirito della Romagna, quella felicità del vivere di cui parlavo sopra: “chi non si gode la vita è un patacca!”. Grazie Fausto per queste parole che arrivano dritte al punto!
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