A volte capita che i lettori di un blog diventino scrittori e i viaggiatori raccontastorie. Questo è uno di quei casi. Tutto nasce da uno scambio di informazioni su Facebook, da un “buon viaggio”, da un “bentornata” e dal racconto di una breve fuga in Polonia. Il passaggio da lettore a scrittore, da estranea ad “amica di penna 2.0” è stato molto breve. Lei si chiama Anastasia e mi ha subito colpito. Per l’entusiasmo, la voglia disinteressata di raccontare, per la frase “dovrò riempirti di domande” (e io amo i curiosi). Di lei al momento so quanto basta: ama scrivere in primis per se stessa; ama le fontane, quindi l’acqua, quindi il mio elemento; Valencia l’ha fatta “sentire a casa”; ama viaggiare … scontato? Non sempre. Questa premessa, per introdurre il suo personale racconto di Cracovia, una città che ancora non conosco ma che ho voluto immaginare attraverso le sue parole …
La leggenda narra che molto tempo fa, in una città ricca e prosperosa del Nord Europa, governata da un Re intelligente e coraggioso, comparve improvvisamente un drago affamato che per anni terrorizzò gli abitanti distruggendo i loro raccolti e divorando sette fanciulli e fanciulle. Il terrore e il panico si diffusero e il Re, non più tanto giovane e in grado di combattere, promise in sposa sua figlia a chi fosse stato in grado di ucciderlo. Tutti i cavalieri però fallirono e molti persero la vita, ma solo un furbo calzolaio, grazie al suo ingegno e alla sua astuzia riuscì nell’impresa.
Oggi in tanti si chiedono se il perfido drago sia esistito davvero, molti giurano che i suoi resti siano ancora lì, conservati nella città, altri che sia solo una storia inventata dagli abitanti del posto … se si è curiosi però di conoscere il suo passato, di farsi intimorire da quel drago crudele sulla collina Wavel ai piedi del castello reale, immergersi nella sua storia, Cracovia è in grado di soddisfare tutto questo e non solo.
Terra di leggende, monumentale, romantica, autentica. La piccola Roma, così viene ormai definita, è la perla culturale dell’intera Polonia che ogni anno richiama tantissimi turisti da ogni parte del mondo, desiderosi di farsi affascinare dalla sua magia. Ogni passo lungo le sue strade è un passo nella sua storia medievale e religiosa; l’anima si incanta di fronte alla bellezza dei suoi monumenti, lo spirito si allieta dinanzi alle sue innumerevoli e maestose chiese, sembra di vivere in un’altra epoca: lontano dal tran tran quotidiano, dalle macchine che sfrecciano, dai pensieri che appesantiscono. Basta superare il St. Florian’s Gate e fare il proprio ingresso nello Stare Miasto per essere “vittime” di questo incredibile incantesimo. Non c’è spazio per farsi infreddolire dalle temperature gelide, per farsi stancare dai chilometri che senza rendersene conto si percorrono, per pensare al tempo che scorre, qui la cognizione del tempo in realtà si perde.
Percorrendo la via Florianska l’unico desiderio è quello di volgere il proprio sguardo alle meraviglie che la città vecchia offre, di farsi avvolgere dall’atmosfera calda e intima che si percepisce. I piccoli ristorantini e negozietti locali, le cioccolaterie con i piano bar, le luci soffuse che illuminano i viali, le carrozze che avanzano, la serenità e la pace che si respirano. Tutto contribuisce a sentirsi trasportati in un’altra dimensione e allo stesso tempo a sentirsi a casa. L’immensità della Rynek Glowny con i suoi 200 metri di larghezza, la piazza del mercato più grande d’Europa, la chiesa gotica di Santa Maria, il Palazzo del tessuto con la sua merce artigianale, ogni cosa qui ti stupisce ed è inaspettata. Ci si sente piccoli di fronte alla sua grandiosità, senza perdere mai però la sensazione di conoscere quelle vie da sempre.
Lasciata intatta, la città vecchia è circondata dal suo sconfinato castello, per anni residenza reale, così grande da non poter non fermarsi un attimo a fantasticare su quelle epoche lontane, così incommensurabile da non poter non apprezzare la magnificenza con cui è stato costruito, dove perdersi diventa una piacere.
Cracovia è scoperta: scendere a 130 metri sotto terra nelle Miniere del Sale e capire perché quel regno fosse cosi prosperoso, meravigliarsi del duro lavoro e del coraggio degli uomini che vi lavoravano per giornate intere con orgoglio. Ma è anche emozione. Quella difficile da contenere quando arrivi ad Auschwitz e per otto ore la parola d’ordine è “incredulità”. Increduli per il terrore disseminato, per il male inflitto, increduli per la possibilità di certe ideologie. Qui le lacrime non riescono a non rigarti il viso, immagini quella gente, immagini i loro pensieri, i loro giorni. Qualcosa di inspiegabile, di commovente ed impossibile da non vedere almeno una volta nella vita.
Forse un “periodo migliore” per visitare Cracovia non esiste, ma sicuramente quello natalizio contribuisce a creare quella “pura magia”, a rendere questa città ancora più ammaliante ed incantevole … un tesoro da scoprire senza ombra di dubbio!
Testo e foto: Anastasia Milcovich
fuscomarina says:
infilala pure nel tuo libro dei desideri: ci son finita per caso un mesetto fa.. gironzolando fra le foto dei mercatini di natale..e mi ha stupito (in positivo). Ci metto anche io l’entusiasmo .. di un luogo in fondo poco raccomandato..ma che ti rilascia ricordi indelebili..e una gran voglia di tornarci
Infoturismiamoci says:
Le pagine di questo famoso libro dei desideri stanno aumentando sempre sempre di più … diventerà enorme ^_^ Spero di andarci prestissimo!