E’ uno dei simboli della città, un pezzo di storia che da 80 anni è lì, fermo al 1932; per noi baresi è una certezza, chi passeggia sul Lungomare non può non alzare gli occhi e ammirare anche solo per una manciata di secondi l’enorme mole bianca che maestosa si erge a guardia dell’Adriatico. Causa un’inconscia nostalgia continuamo a chiamarlo Albergo delle Nazioni, al massimo ex Albergo delle Nazioni, incuranti che in anni recenti è stato prima sede della Casa dello Studente, poi dell’Osservatorio sugli Immigrati ed ora del primo 5 stelle della città, il Boscolo Hotel.
Si torna al lusso e ai fasti di quello che era l’Albergo delle Nazioni alla sua nascita, portato in gloria da una storica pellicola cinematografica degli anni ’70 diretta e interpretata dal grande Alberto Sordi: Polvere di stelle.
Personalmente ho sempre sperato che l’edificio apostrofato dai baresi “u palàzze du lass’e ppìgghie” (per il perchè vi rimando a questo post) tornasse agli antichi splendori e a rimpossessarsi del ruolo di “simbolo” della Bari turistica. Ho immaginato più volte la sensazione derivante dal dormire in un pezzo di storia dichiarato patrimonio storico dal Ministero per i Beni Culturali, o dal dominare con lo sguardo la città vecchia e l’Adriatico dall’ultimo piano dell’edificio. Insomma, sapere che tutto ciò è finalmente di nuovo possibile (soldi permettendo, ovviamente ;D) mi ha davvero rallegrato!
Photo credit Boscolo Hotel |
Le 115 camere, molte delle quali vista mare, fondono il celeste delle pareti all’arancione degli arredi e al marrone del parquet. Tra queste una Presidential Suite di 120 metri quadrati (le cui vetrate permettono l’accesso a un meraviglioso terrazzo decorato da mosaici d’epoca che lo circondano tutto intorno) e 2 Executive Suite.
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