Voglio tornare a parlare della Bit, questa volta non della manifestazione in se quanto piuttosto delle persone con cui ho avuto il piacere di confrontarmi, molte delle quali conosciute in occasione del workshop a cui ho preso parte. Tra queste, tanti operatori pugliesi, convinti dei benefici che possano essere apportati al comparto turistico della regione da una buona dose di passione e amore per la propria terra unita alla proposta di esperienze autentiche e vere.
Emozioni. Se ne è parlato tanto e a tal proposito ho ricevuto diverse mail. Tra queste quelle di Antonio Monte, originario di Sannicandro Garganico. Chi era al workshop lo ricorderà, come ha scritto lui stesso nella mail “sono quello dell’ultimo intervento”. Antonio si diletta nel scrivere componimenti sull’antica civiltà contadina; me ne ha inviati alcuni, preceduti da questa parole “molte associazioni di emigranti dicono che le tradizioni da me descritte con particolari dettagli rinnovano il dolore delle spine di fichi d’india nelle loro mani, fanno vedere il colore dei fiori e gustare l’odore dei lampagioni appena sfornati. I miei racconti dicono, sono delle cariche batterie che rafforzano la nostalgia della nostra Patria.”
Ho deciso di pubblicarne uno, dolcissimo nella sua semplicità. Ho trovato che fosse il modo giusto per concludere il discorso sulle emozioni generate dal racconto.
Il dono per San Valentino consigliato dall’antica civiltà contadina
Un giovane professionista affermato, elegante, profumato, abbronzato con i raggi ultra-violetti e molto ambito dalle donne, incontra suo padre, anziano contadino, e gli rivolge oltre al saluto una battuta provocatoria: “beato te che hai vissuto in campagna senza pensieri per la testa, io invece per questa festa mi arrovello per acquistare il dono alla mia compagna. Due anni fa ho donato gli stivali da sballo provocandole un callo. L’anno scorso le ho regalato il telefonino con internet incorporato e mega-byte maggiorato, non tanto apprezzato per il consumo esagerato. Quest’anno per San Valentino, per dimostrarle quanto ne sia innamorato l’accontenterò con un ricco dono inaspettato. Perché non fai altrettanto con tua moglie?”
Più che un consiglio, è stata una battuta sfottente per spiazzare l’incompetente; invece il padre così gli rispose: “Quello che regalo a tua madre è il solito dono che soddisfa a pieno i suoi desideri.”
Riprese il figlio: “di quale dono parli tu, incallito risparmiatore, io, non ti ho mai visto portarle un fiore. Comunque sono curioso di sapere dove l’acquisti e quanto costa.”
Il contadino con tono pacato ma convincente, rispose: “In un piccolo emporio di nome Onestà. Davanti all’ingresso è posto un cestino di rifiuti per buttare: sospetti, egoismo, stupido orgoglio e vanità. All’interno dei diversi reparti regalano: entusiasmo, pazienza, allegria e sincerità. Di solito prendo un po’ di tutto e consegno alla cassa dove la signorina, di nome Felicità, confeziona il pacchettino allegandomi un bigliettino su cui scrivo: “Il cuore amico dona la sua chiara coscienza simile all’acqua di una sorgente limpida e trasparente dove puoi serenamente specchiare e spegnere ogni Tua arsura d’Amore.”
Il figlio frastornato disse: “bellissima dedica, però non ho individuato il nome del dono contenuto nel pacchetto”.
Il padre rispose con penetrante tranquillità: “il nome del dono che ogni persona amata gradirebbe ricevere sempre, però è sconosciuto alla modernità, si chiama Fedeltà”.
Il cuore del contadino innamorato brama col pensiero garbato il contatto dell’unica amante anche se ella è distante. Il lavoro soltanto l’allontana dal suo fianco per procurare i bisogni primari utili a tutti i familiari. Il regalo del Gargano è l’esempio quotidiano donato con semplicità infinita e ne gusta l’essenza della vita.
Antonio Monte da Milano
Alcune riflessioni fatte durante e dopo la Bit mi hanno portato a pensare su cosa mi concentrerò nei prossimi mesi. Si tratta di parole pensate e scritte di getto, forse sconnesse forse no: racconti, esperienze, tradizioni, Puglia, terra, ricordi, persone.
p.s. grazie Antonio
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