In 33 anni e 3 mesi avrò cambiato il mio io viaggiatore circa 333 milioni di volte. Sono passata dagli ostelli alle infinity pool con una disinvoltura disarmante, dal mare al deserto con una semplicità inaudita, dal trolley allo zaino con una leggerezza impensabile. Ci sono cose che cambiano continuamente, che cambieranno sempre e per sempre, altre che invece non cambieranno mai. Tra queste “la felicità da passo”: camminare, camminare, camminare, un po’ alla Forrest Gump che non cerca nulla ma in realtà trova tutto. Camminare e pedalare: chi mi conosce sa benissimo che a malapena reggo l’1% di pendenza, che sono morbida, lenta e rilassata anche sulle due ruote. 10 minuti in sella, 5 in contemplazione da panorama, 5 alla ricerca dello scatto perfetto e poi di nuovo in sella; questa è un’altra di quelle costanti che in 33 anni e 3 mesi non è mai cambiata: se ho una bici il mio animo slow prende il sopravvento, punto.
È successo in Veneto. Prendi 20 gradi, il sole primaverile, una bici e inizia a pedalare lentamente, così come solo nelle domeniche di maggio si può fare. Da Jesolo a Caorle, quella dei balconi fioriti e delle facciate colorate. L’Adriatico, i sentieri di campagna costeggiati dai fiumi, i casoni dei pescatori, gli aironi: il tutto in circa 30 km di pista ciclabile.
“Come raggiungere un traguardo? Senza fretta ma senza sosta.” Devo assolutamente dissentire da Goethe e lo faccio da Eracleamare, piccola frazione – nonché riviera – di Eraclea. 4 km di spiaggia, la Laguna del Mort (dichiarata da Legambiente una della 11 più belle spiagge d’Italia) e la pineta marittima con circa 3500 pini a ‘ombrello aperto’. Amanti dei piatti pieni e della cucina tipica, sappiate che Eraclea l’ultimo weekend di maggio ospita da anni la Festa dei Sapori, preparatevi; lo stesso dicasi per gli amanti dei colori e dei profumi: la prima settimana di giugno vi aspetta il Festival dei Fiori.
Questa panoramica pedalata a pendenza zero continua in direzione Duna Verde, piccolissima frazione di Caorle letteralmente immersa nel verde. Tre motivi per fermarsi: le dune, i viali alberati e un colorato mercatino di 30 banchi che si tiene tra metà maggio e metà settembre il mercoledì mattina in Piazzale Madonneta.
E infine Caorle. Regalatevi il suo centro storico, fino a qualche anno fa teatro della quotidianità dei pescatori; calli, campielli, facciate dai colori tenui, fiori e i tipici camini esterni delle abitazioni lo rendono davvero incantevole. Impossibile non notare il campanile del Duomo, simbolo della città, alto 48 metri e leggermente pendente.
Nell’ordine, dopo una pedalata di circa 30 km intervallata da contemplazioni paesaggistiche, nuotate e passeggiate nei centri storici, arriva quello che personalmente resta sempre il momento più atteso: sedersi a tavola. Segnatevi questo indirizzo perché ne vale davvero la pena: Via Ugo Foscolo 59, Jesolo. Innanzitutto, onoriamo la sacra religione del cicchetto; seconda, onoriamo un locale dal nome meritevole: Il magazzino delle scope. Soffitti realizzati con vecchi giornali, erbe aromatiche come centro tavola, particolari vintage e colorati, atmosfera rilassata e piatti davvero ottimi. Tra le proposte anche diversi cicchetti vegani e vegetariani. Straconsigliato.
Home sweet home o, meglio, hotel sweet hotel. Meglio se con piscina (magari dove poter fare anche colazione), spiaggia privata (in cui affondare in un lettino e dire addio al mondo) e una camera vista mare: l’hotel sweet hotel in questione è il l’Europa Hotel, nel pieno centro della città dal viale pedonale più lungo d’Europa.
Ho iniziato con il mio io viaggiatore, chiudo con il mio io romantico: che siate in coppia o no, ricordatevi che a pochissimi km avete Venezia. E su Venezia non transigo, quindi questo non è un consiglio, non è un invito ma è un’amorevole imposizione: andateci e onoratela con un’ómbra de vin.
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