Schiacciare le mandorle con le pietre, ecco una delle cose che mi riesce meglio nella vita.
Una fetta di pane abbrustolito con un pomodoro e un po’ di origano, ecco cosa considero un signor pranzo.
L’odore nauseante dei frantoi, ecco cosa mi ricorda casa.
Hai una campagna enorme, un miliardo di mandorli, decine di cani che un po’ ami un po’ temi, milioni di margherite e infinite lucertole. I numeri magari sono un po’ gonfiati, ma a 5 anni è tutto enorme, tutto infinito, tutto a perdita d’occhio.
La domenica mattina è campagna, la pasquetta è campagna, l’estate è campagna. Mi sa che devo dire grazie alla campagna se ho questa visione della felicità semplice e a portata di mano, con dei bisogni che partono da una giornata di sole e finiscono con un muretto a secco in mezzo al nulla.
Non so quante centinaia di olive ho raccolto. Con le mani, col bastone, dalla terra, dalla rete. Infinite. Avere l’olio fatto con le olive della tua campagna, raccolte da te e consegnate dalle tue mani di 10 cm al ‘signore del frantoio’ è una di quelle semplici felicità che anche oggi mi svolterebbe la giornata. Donna complessa dai bisogni semplici direbbe qualcuno.
Decine di ulivi, enormi, dalle forme più assurde, incredibilmente belli. Solo la natura può disegnare dei tronchi così perfetti nella loro assurda imperfezione, niente più.
Gli ulivi sono casa, da sempre e per sempre. Lo abbiamo anche nello stemma della nostra regione, l’ottagono con al centro l’albero d’ulivo; anche se volessimo dimenticarcene c’è lui a ricordarlo.
Non sono un’ambietalista della prima ora, non sono un agricoltore, non sono un commissario all’emergenza, non sono un’esperta di xylella, non sono una che dice salviamo tutto e tutti sempre e comunque. Ad oggi sono solo una pugliese consapevole della mala politica, della mala gestione di quella definita ‘una vera epidemia’ e del male sangue che si possa fare davanti ad una motosega che butta giù centinaia di anni. Foto che ti provocano un’istinto omicida, video che ti lasciano senza parole, frasi che ti alienano da questo grande circo: “e domani a tuo figlio che gli rimane?” Bella domanda. Tutto si risolve con un ulivo secolare segnato da una X rossa e con la consapevolezza che la nostra terra non è forse così nostra come credevo.
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