Bratislava

Ho pensato: il Paradiso. Mezzo litro di birra al costo di una bottiglietta d’acqua e pop corn gratis. I pub slovacchi sono la rappresentazione terrestre del Paradiso. E poi Bratislava, un Paradiso ordinato, educato, in cui l’età media sembra non superare i 30 anni. Ok, non hanno il mare, consoliamoci.

Scopro che a 6 anni il piccolo Mozart arrivò in città mano nella mano con suo padre per esibirsi in uno dei suoi primi concerti, che qui si trova uno dei migliori impianti europei di rafting (testato personalmente perché convinta dalla figaggine del mio accompagnatore), che la panna acida può essere uno degli ingredienti fondamentali di un piatto nazionale (bryndzové halušky), che esistono famiglie di trentenni con figli educati, biondi, poliglotti, che vivono in case ecosostenibili nel bel mezzo della campagna e cenano alle 18.30. Un mondo diverso è possibile.

Che sia per il rinomato Festival del Jazz (metà ottobre), per il weekend delle cantine aperte (ogni anno intorno al 20 novembre), per la famosa festa dell’incoronazione (ultimo fine settimana di giugno) o per i mercatini di Natale, Bratislava è perfetta per un fine settimana: offre davvero tutto, dagli antichi caffè stile Vienna ai ristoranti fighetti stile Milano, dai concerti dell’Expo Incheba Arena (che negli ultimi anni ha ospitato artisti del calibro di Depeche Mode, Bob Dylan e Kiss, giusto per fare qualche nome) all’opera del Teatro Nazionale Slovacco, dal rafting allo sfrascio nullafacente nei mille parchi della città.

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SUL PILASTRO DI UN PONTE, A 95 METRI

Per la serie ‘sono il Re del mondo’. Dal Nový Most (Ponte Nuovo) a 95 metri di altezza, si gode la più bella veduta della città. C’è un ascensore a portarvi fin quassù? Sì. O meglio, l’ascensore porta fino al piano inferiore, quello del ristorante Ufo, da qui si prosegue salendo una scala. Pochi gradini, tranquilli.

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CENA CON ANELLO

Ristorante UFO, perfetto per una cena romantica, molto ma molto romantica: candele, incredibile vista sulla città, cucina internazionale raffinata. Non è un luogo da rimpatriata con i vecchi amici, piuttosto da anello di Tiffany nascosto tra un calice di Cabernet Sauvignon e un foie gras. Avviso rivolto a chi ha problemi con l’altezza: ricordiamoci che siamo sulla cima del pilone di un ponte a più di 90 metri, le oscillazioni si sentono.

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LOCAL FOOD AND BEER TIPS

Café Kùt: una vera chicca da insider, nascosta nel cortile di un’antica abitazione. Pavimento in legno, mobili antichi, penombra. Perfetto. (Zámocnícka 11)

Slovak Pub: la vera osteria slovacca. Cucina locale, birre di ogni genere e sorta, prezzi superdemocratici, sconti per studenti e, udite udite, per non fumatori. (Obchodná 62)

Bratislavsy mestiansky pivorar: una piccolissima birreria che serve anche birra di propria produzione. Buona cucina d’accompagnamento. (Drevená 8)

LE STATUE

Vi presento Cumil, il “curiosone”. Non rappresenta nessuno di concreto, ma questo simpatico faccino che sbuca da un tombino della zona pedonale è la statua più fotografata di Bratislava. Per molti è un “guardone” che sbircia sotto le gonne delle donzelle, top.

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Incrocerete tante statue. Questa la mia preferita, perché alla fine Bratislava è donna: elegante, affascinante, sfuggente.

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FONTANE

Amo il suono dell’acqua delle fontane; dove c’è acqua c’è vita, in senso puramente figurato. A Bratislava se ne contano 10, la più antica si trova in Piazza principale e risale al 1572. Dritto dritto in cima troverete Massimiliano II, il primo sovrano incoronato nella città.

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ARTE

Quella che si respira nell’aria, nel vero senso della parola. Quando l’arte è a cielo aperto e ti accompagna durante la giornata, ne è parte integrante non una parentesi da domenica pomeriggio al museo.

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SHOPPING

Che siate interessati a guardare o a comprare dedicate una mezza giornata alle gallerie e alle botteghe della città. Mai shopping fu più originale e apprezzato. Le ceramiche, per chi ama il genere, sono sempre una garanzia. Per souvenir tipici segnatevi Folk Folk (Rybárska brána 2) e UL’UV (Námestie SPN 12), catena dedicata alla vendita di prodotti artigianali tipici realizzati con materiali naturali da artisti provenienti da tutto il paese.

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Per concludere, una foto no sense. Se state pensando al maledetto pagliaccio It che spunta da un tombino e dice “ciao bel bambino, lo vuoi un palloncino?” significa che grazie a Stephen King siamo accomunati dalla stessa turba.

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Un ringraziamento speciale per consigli e suggerimenti (nonché per un’incredibile cena in famiglia) al grande insider Martin Sloboda, fotografo e giornalista slovacco.

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