Tuffo a Torre Guaceto -> caffè a Santa Sabina -> panino a Ceglie Messapica: il riassunto del mio ultimo giorno di agosto.
Mi sono trasferita in Valle d’Itria? Non ancora, ma ci sto seriamente pensando. Ciò che mi spinge a scrivere alle 00.31, però, non è la mia più che evidente fissazione per quello che al momento considero il più bell’angolo di Puglia, ma una riflessione a caldo sul panino cegliese.
Panino cegliese, ovvero, quella che noi a Bari chiamiamo rosetta o michetta con: mortadella, tonno, capperi e provolone. Mortadella e tonno? Sì. Mortadella e capperi? Esatto. Un abbinamento un tantino azzardato, io stessa ho subito pensato “mai nella vita”. Chiaramente dopo 3 secondi mi sono avvicinata alla vera protagonista di questo post e le ho chiesto “un panino cegliese per favore”. Idee chiare e coerenza prima di tutto.
Non conosco la sua età, ma un 8 davanti ci scappa. Suppongo si chiami Angelina, ma non ho la certezza (la chiamerò così perché questo nome le calzava comunque a pennello). Insomma di lei non so nulla, tranne che versa la Raffo con un’eleganza d’altri tempi e senza ‘fare la schiuma’. So anche che dietro a quel bancone del 1919 (anno di nascita del locale e niente poco di meno che della birra Raffo) ci sta perfettamente, sembra parte dell’arredamento, parte della piazza di Ceglie Messapica. La vedi lì e pensi che non dovrebbe essere altrove. Angelina si fa pagare solo dopo che il panino (preparato da quella che suppongo essere la figlia) arriva nelle tue mani; le dai 1.50 euro, lei ti sorride, ti saluta e cosa eccezionale ti fa lo scontrino. L’eccezionalità del fatto arriva dopo 2 giorni in Puglia tra ricevute ‘che creavano problemi’ e scontrini fantasma, quindi brava Angelina! E poi guardatela, la beltà nascosta dietro un grembiule a fiori, uno chignon e un ciuffo ondulato.
Con il panino e una Raffo tra le mani (paese che vai birra che trovi, quindi niente campanilismo), ti siedi sui 4 gradini antistanti e ti godi la piazza. Ora, mortadella e tonno è incredibilmente una gran bella accoppiata e quei capperi rendono il tutto più “spiritoso”, giusto per citare una grande cuoca. Quindi questo panino cegliese ci sta tutto, ecco il mio responso. E poi parliamone, costa 1.50 euro, il sogno.
Se passate da Ceglie (l’ho già scritto in passato, ma ribadisco: semplicemente bella bella bella) e arrivate in Piazza Plebiscito trovate la Birreria Zanghett al civico 44. Su quelle scale, con il panino in una mano e una birra nell’altra, con Angelina, le sedie pieghevoli di legno e un gruppo di vecchietti che ti fissa mentre fai la foto al panino cercando di prendere la piazza, puoi solo pensare che la vita in Valle d’Itria è vita.
Barbara says:
Credo che esista veramente chi legge nel pensiero… Chiunque abbia scritto questo ha letto nei miei pensieri… Si Angelina e’ una persona meravigliosa , come lsua figlia Giuseppina, le loro famiglie e tutta la comunità cegliese… Senza dimenticare il panino cegliese e la cucina cegliese in genere che dire tutto genuino, stupendo e senza ” segreti” batrbara e sanzio mirabello Ferrara
Roberta Longo says:
Non posso che concordare assolutamente su tutto :) Paese e persone eccezionali, semplici ed educatissime. Sul cibo, vabbè, Ceglie vince senza se e senza ma!
p.s. confermi che si chiama Angelina! Risolto l’arcano