Da Partinico a Bagheria, passando dal famoso cannolo di Piana degli Albanesi, dalle volpi di Ficuzza e dal liutaio di Marineo. Dalla provincia di Trapani a quella di Palermo il passo è breve, i vigneti lasciano spazio alle querce, ma, grazie al cielo, panelle e cassatelle restano. Prosit!
Qui ci sono tutti gli elementi di quella che amo definire la ‘felicità primitiva’: il cibo che ti fa scendere una lacrima, la natura ancora incontaminata, il mare, la dimensione intima e ovattata del paese. L’ospitalità è quella del sud, non la si può definire in altro modo: a tavola devi mangiare come se non ci fosse un domani, a volte penserai di essere vicino alla morte e forse è proprio così. Ti chiederanno di fare il bis. Non lo vuoi? Preoccupati, perché qualcuno molto democraticamente deciderà che invece il tuo piatto va riempito. A quel punto dovrai mangiare, sorridere e pensare ai momenti più belli della tua vita. Insomma, mangia fino ad esplodere, bevi fino a vedere 10 forchette e 15 bicchieri e tutti ti vorranno bene. Diventerai un figlio, uno di quelli che dà tante soddisfazioni. Amo.
Partinico
Iniziare la giornata con uno dei più grandi pupari siciliani non capita spesso. Così ti ritrovi davanti ai famosi pupi, alle loro spade, ai loro movimenti bruschi e poco aggraziati, all’arte di raccontare storie. Nino Canino e Vincenzo Garifo sono lì, nelle loro botteghe/museo all’interno del cortile della bellissima Real Cantina Borbonica; passione allo stato puro. Andate e godetevi i loro racconti. Per chi volesse visitare la Cantina ecco gli orari di apertura:
da Martedi a Venerdi dalle ore 08,30 alle ore 13,30
Domenica dalle ore 16,30 alle ore 18,30
Lunedi e Sabato chiuso.
Piana degli Albanesi
L’incontro tra Oriente e Occidente a 700 metri sul livello del mare. Un po’ Italia, un po’ Albania: nella segnaletica, nella lingua, nelle tradizioni, nel culto bizantino-greco. Piana degli Albanesi è tra le più note comunità storiche arbëreshë; qui si respira un’aria diversa e questo basta.
Ti ritrovi nella bottega di un liutaio, tra le creazioni di un grande orafo, nel laboratorio di una pasticceria davanti ai cannoli più buoni di sempre, perché sì, il migliore di Sicilia lo troverete proprio qui, non scherzo: cialda friabile e leggerissima, ricotta freschissima, zucchero al punto giusto. Perfetto. Dove: Extra Bar – Piazza Vittorio Emanuale 4. Saluti Piana con 700 calorie in più e la bellissima immagine del paese che dall’alto si specchia nell’omonimo lago.
Ficuzza
Sei a cena a ridosso di una riserva naturale e all’improvviso dietro di te appare una volpe, anzi, due. Ecco, questa è Ficuzza. C’è tanto verde, tanto silenzio, tanta tranquillità; puoi abbracciare la natura e farla tua, questa è stata la prima sensazione che ho avuto. Fra un trekking nel bosco e una passeggiata in paese, merita una visita la Real Casina di Caccia.
Dove dormire: senza se e senza ma all’Antica Stazione, frutto di un attento e gran bel restauro di un’antica stazione ferroviaria. 8 camere mansardate decorate con le opere di giovani artisti locali, un giardino enorme e curatissimo a ridosso del bosco di Ficuzza, quel silenzio della natura che tanto si cerca e difficilmente si trova quando si è in viaggio.
Dove mangiare: Masseria Aguglia, antico baglio rurale circondato dal verde di Rocca Busambra. 3 i motivi per una sosta food: Km 0, stagionalità, piatti tipici della tradizione.
Marineo
Marineo è il paese in cui ti fermano per la strada per farti assaggiare l’anguria più dolce di sempre. Tra un fetta d’anguria e un dolce siciliano, la visita potrebbe partire dal Castello Beccadelli fino ad arrivare al Santuario Madonna della Dajna.
Dove mangiare: allontaniamoci da Marineo e raggiungiamo Ventimiglia di Sicilia, dove, in Contrada Traversa troviamo l’Agriturismo Case Varisco. Qui capirete il significato dell’espressione “signor pranzo” e qui si è concretizzato il miglior pranzo siciliano della mia vita. Tutto fatto in casa, tutto freschissimo, tutto a km 0. Il cannolo (realizzato con la ricotta prodotta all’interno dell’agriturismo) è un qualcosa di indicibile… tra questo e quello di Piana degli Albanesi, forse, vince questo. Sosta obbligatoria insomma.
Bagheria
E in attimo è Baarìa. Tornatore non sai quanto ti ho pensato mentre visitavo Villa Palagonia o passeggiavo nel corso principale. Di una bellezza quasi malinconica, elegante, con una luce stupenda riflessa nel giallo del tufo dei palazzi; chiamata la “città delle cento Ville” è l’apoteosi di bellissime ville del XVII e XVIII secolo: da visitare, partendo appunto dalla famosa Palagonia anche detta “Villa dei Mostri” a causa delle figure deformi e animalesche che abitano il suo cortile. Per un aperitivo vista mare dirigetevi verso la frazione di Santa Flavia, magari all’ora del rientro dei pescherecci. Romantica.
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