Chi mi conosce lo sa, sono molto propensa al divertimento. Potrei tranquillamente socializzare nel bel mezzo del deserto con i granelli di sabbia e fare le 4 del mattino in un bunker, è così da sempre e sempre sarà. Ma devo ammetterlo, l’idea di partecipare alla RetroRonde mi lasciava un attimo perplessa. Prima di confessarmi però, rispondo alla domanda che mi è stata fatta tra le 500 e le 5mila volte: cos’è la RetroRonde? Per ora una bella definizione da manuale: siamo nelle Fiandre e la RetroRonde è la versione in stile retro del Ronde (il famoso evento ciclistico che si svolge nella regione la prima domenica di aprile), in cui la competizione lascia il posto a una divertente pedalata amatoriale su bici d’epoca con vestiario vintage. Il tutto con il paesaggio delle Ardenne fiamminghe a fare da contorno. Ci troviamo precisamente a Oudenaarde, a circa 60 km da Bruxelles.
I miei dubbi derivavano essenzialmente da tre false convinzioni.
1. Per la sottoscritta vintage è sinonimo di piume, perle, pois e The Chordettes (per intenderci quelle della canzone Lollipop), niente di più. Insomma, scarsa, scarsissima conoscenza della materia.
2. Non riuscivo bene a comprendere l’accezione dell’espressione “pedalata amatoriale”. Cioè, la lentezza e la pendenza pari a zero sono requisiti imprescindibili per la mia concezione di pedalata perfetta… ora, quanto potranno essere lenti i partecipanti di una pedalata di gruppo, seppur “divertente” e “amatoriale”? Diciamo che l’ansia da prestazione mi ha fatto optare per una soluzione tanto comoda, quanto divertente: seguire la RetroRonde con una macchina d’epoca.
3. Questione Retro Dansant, ovvero, serata danzereccia (ovviamente vintage e stile retro) che precede la pedalata della domenica. Sono figlia delle boy band non di Ginger Rogers e Fred Astaire… vada che non conosco il significato della parola vergogna, ma come farò a mimetizzarmi tra provetti ballerini in frac?
Ad oggi posso riassumere le mie false convinzioni con 3 parole: vai e divertiti. Solo questo, perché ad onor del vero, erano secoli che non mi divertivo così. Partiamo dalla Retro Souper, ovvero, la cena: lunghi tavoli in legno condivisi, uomini in bretelle, donne con gonne a tubino, guanti e rossetto rosso. Il buffet: senza infamia nè lode, ho fatto il bis/tris di balls, ovvero, polpette (e anche buone), solo per far ripetere al cameriere la frase “lady, two balls?”. Ho fatto il quasi bis anche della mousse al cioccolato, perché ho scoperto che come la fanno nelle Fiandre non la fanno da nessun’altra parte! Questo è anche il momento della serata in cui si stringe la mano a quella che sarà la vostra più cara amica nei giorni della RetroRonde e della vostra permanenza in terra belga: la birra. Conti alla mano da sabato a martedì nel mio corpo saranno entrati solo un paio di litri d’acqua… questo è quanto.
Insomma, tra due balls, una birra e qualche chiacchiera si arriva dritti dritti alla tanto attesa Retro Dansant. L’atmosfera è quella da vecchi film in bianco e nero. Un vicolo stretto e nascosto, un corridoio, una porta che si apre e un salto indietro nel tempo. Qui c’è spazio per gli eredi di Ginger Rogers e Fred Astaire ma anche per chi di passi non ne azzecca neanche uno… l’importante è buttarsi in pista e ballare, perché davvero, ci si diverte da matti. Il costo della cena e dell’ingresso alla Retro Dansant è di 25 euro, solo il secondo 8 euro.
La domenica mattina la sveglia suona alle 9, un po’ prima per chi si vuole godere una seconda colazione nella Piazza del Mercato Grande, una passeggiata lungo il fiume Schelda o perdersi nel Centrum Ronde van Vlaanderen, un museo imperdibile per gli appassionati di ciclismo. Annessa al Centrum una brasserie in cui vi consiglio assolutamente una sosta: antiche biciclette appese al soffitto, maglie di vecchie glorie, belle fotografie in bianco e nero e ottima birra.
Alle 10.30 tutti al via per la partenza dei 100 e 70 km, alle 11 quella dei 40 km; un allegra scorribanda in tandem, vecchie Colnago, velocipedi e cestini di vimini. Si pedala in tacchi e zoccoli, seguiti da una “scorta” (e a dir poco stupenda) di macchine d’epoca. Qui ho realizzato uno dei miei sogni: salire su un pulmino Volkswagen e bivaccare in uno scenario pazzesco fatto di campi grano, mulini, cavalli e case in legno (sì, proprio quelle con le tendine e le pareti colorate). Arriviamo a quello che ho amato di più: le soste.
Un banchetto continuo, una festa no stop che parte con panini e cicchetti, passa per un carretto di gelati alla crema e termina con un cestino di fragole e un pezzo di torta. Tre location circondate dal verde in cui brindare e ricaricarsi prima di rimettersi in sella.
Tra una pausa e l’altra, una stretta di mano, mille foto e tanti sorrisi. Nel pomeriggio si torna nel centro della città per concludere la RetroRonde e la giornata davanti a un bel panino con la pancetta. Non chiedetemi come e perché, ma il passo successivo è stato lanciarmi in balli scatenati nel bel mezzo di Oudenaarde… momenti più unici che rari.
Così, dopo due giorni, le conclusioni:
– il vintage mi garba e non poco
– l’anno prossimo tornerò su quelle strade in sella a una Colnago, deciso
– a volte buttarsi nella mischia fa bene alla salute (grazie al mio vintage cavaliere Spezio)
– sarò anche figlia delle boy band ma tra poco meno ti 360 giorni, giuro, stupirò tutti!
Qui la galleria on tutte le foto della RetroRonde 2014
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