Non c’è due senza tre, torno in Sicilia. Esattamente torno dai cannoli, dalle arancine al ragù, dalle panelle e dalle granite, ovvero, gli ingredienti per ritornare a casa con il cuore pieno di gioia e 30 kg in più. Quando ero ancora negli “enti” ho sguazzato nel mare di San Vito Lo Capo e mangiato pesce spada a colazione, pranzo e cena; negli “enta” ho visto l’eruzione dello Stromboli dal mare e tutte e sette le Isole Eolie. Non mi pare poco, ma questa volta torno per scoprire la parte “aspra dei carrettieri e del buon vino” giusto per citare l’unico rappresentante siciliano della mia famiglia.
Mi sposterò nell’Alto Belice, tra Palermo e Trapani, tra campi e riserve naturali, tra la città di Tornatore e quella di Cielo d’Alcamo, tra nespole e vastedda.
Quasi una settimana in terra sicula per Rural Pride, un progetto di promozione del territorio rurale che ho sposato appieno già da qualche mese. Orientato alla promozione di realtà responsabili e sostenibili, Rural Pride si propone di riscoprire e far conoscere, attraverso una comunicazione innovativa, tradizioni e tipicità di incantevoli destinazioni votate all’agricoltura e all’allevamento. Nel sito trovate tutte le info sul progetto, il team e la squadra al femminile di blogger di cui faccio parte.
A chi vorrà accompagnarmi in diretta consiglio di seguire gli hashtag #RuralPride e #RuralSicilia, chi vorrà un itinerario bello e pronto con l’indicazione di paesi, agriturismi e tipicità locali dovrà aspettare il mio ritorno! E con le foto di questo post vi anticipo alcuni dei miei passi…
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