Voglio partire dalla parola “tartufo” per raccontarvi il mio primo weekend d’autunno. Un weekend piovoso, di quelli da star chiusi in casa con una tazza di tè bollente tra le mani, da pranzi in compagnia e cene riscaldate da un buon calice di vino. Un weekend nelle Marche, sui Monti Sibillini, misteriosi con la pioggia e vellutati col sole. Un weekend ad Amandola, tra i suoi vicoli e il profumo del legno arso nei camini.
È possibile trascorrere 24 ore immersi nel fantastico mondo del tartufo? Ebbene sì. Grazie a Matt e al piccolo Tequila ho scoperto i segreti dell’addestramento dei cani da tartufo; ho partecipato ad una caccia al tartufo con Marcello e Roy (trovandone uno dopo soli 5 minuti di ricerca); mi sono regalata una piacevolissima tartufoterapia; ho visto grattuggiare, tagliuzzare e cucinare con infinito amore il Nero Scorzone e il Bianco Pregiato … e alla fine ho mangiato tartufo come se non ci fosse un domani, persa e completamente in balia di un sapore fino a quel momento sconosciuto.
In queste 24 ore di cose ne ho scoperte davvero tante …
Ho scoperto che il miglior cane da tartufo è il lagotto romagnolo, ma che a causa della sua bassa tempra è spesso sostituito dal pastore tedesco, altra razza dal grandissimo fiuto.
Ho scoperto che quello che lega un padrone al suo cane va ben al di là di quello che comunemente definiamo affetto.
Ho scoperto che la gioia di un cane che trova un tartufo ripaga pienamente la fatica di una camminata nel fango sotto la pioggia. Ti regala un sorriso, un tartufo, la voglia di continuare e la speranza di trovarne un altro per assistere nuovamente alla scena.
Ho scoperto che i principi attivi estratti dal tartufo hanno proprietà energizzanti, stimolanti, antiage e sbiancanti. Quindi, se belle volete apparire, di tartufo vi dovete riempire.
Ho scoperto che uova e guanciale sono “la morte” del tartufo.
Ho scoperto che un pezzo di pane condito con una salsa a base di tartufo nero scorzone e olio extravergine d’oliva può risvegliare i sensi. Letteralmente.
Ho scoperto che il tartufo mi piace, da matti.
Meteorologicamente parlando la fortuna non è stata proprio dalla mia parte. O forse sì. Se non avesse piovuto ininterrottamente per 48 ore la mia caccia al tartufo sarebbe stata molto molto più lunga, ma sicuramente non mi sarei goduta appieno quello che è stato il mio rifugio in quei giorni, La Querceta di Marnacchia. A pranzo: persa tra le chiacchiere in cucina con Giovanna, straordinaria padrona di casa, il grandissimo Alberto, presidente della sezione ascolana dell’Associazione Tartufai, e il dolcissimo Marcello, esperto cavatore nonché padrone di Roy! Nel pomeriggio: ancora persi tra mille parole davanti alla famosa tazza di tè e ai biscotti senza lattosio fatti per me da Giovanna. E poi il passaggio divano – lettino per godermi la tartufoterapia *-* Insomma, 10 e lode a La Querceta (le foto che trovate sul sito della struttura valgono più di mille parole), all’incredibile ospitalità di Giovanna e alla sua colazione: pane, torte, biscotti e marmellate … tutto fatto in casa! Se il weekend a caccia di tartufi vi alletta, date un’occhiata alla sua proposta “A caccia di tartufi con Roy”. Successo garantito.
Diamanti a tavola
Se riuscite ad organizzare un fine settimana sui Monti Sibillini in concomitanza della manifestazione “Diamanti a Tavola” (quest’anno dal primo al 10 novembre) tanto meglio. 10 giorni tra tartufo bianco pregiato e prodotti tipici dei Sibillini, escursioni, mostre, visite guidate gratuite, concerti, corsi di cucina, cene a tema, aperitivi e degustazioni, il tutto animato da spettacoli nel bellissimo centro storico di Amandola. Per il programma completo vi consiglio di visitare il sito www.prolocoamandola.org
I Monti Sibillini
Natura, storia, leggenda e … magia. Proprio così! Nel medioevo i Sibillini erano conosciuti come regno di demoni, fate e negromanti. Tra le leggende più famose quella della Sibilla, “illustre profetessa” esiliata nell’omonima grotta del Monte Pilato, fata e incantatrice per alcuni, demoniaca creatura per altri. Nel corso dei secoli esploratori e curiosi hanno cercato di varcare l’ingresso della grotta, riportando al loro ritorno testimonianze a dir poco enigmatiche. Improvvisamente la porta della grotta fu ostruita … oggi, che l’accesso agli abissi misteriosi è chiuso per sempre, è possibile immergersi in questo magico mondo e nella sua storia grazie al Museo della Grotta Sibilla di Montemonaco. Qui è custodita anche la Gran Pietra, ritrovata nell’esatto punto del Lago di Pilato in cui, in tempi remoti, si svolgevano i riti esoterici per evocare il Diavolo.
Per info su visite, escursioni e tanto altro vi consiglio di visitare il sito dell’associazione turistica Sibillini segreti e sapori, nata con lo scopo di promuovere e valorizzare questa parte del territorio delle Marche, tra Ascoli Piceno e Fermo.
Amandola in 1 ora
Questa è stata la mia base. Ritagliatevi almeno un’ora per passeggiare nei suoi vicoli e godervi tutto quello che può regalare. Ecco 7 tappe da non perdere:
1. Porta San Giacomo
2. Chiesa di Sant’Agostino
3. Casa del Podestà
4. Teatro La Fenice
5. Chiesa di San Francesco: un consiglio, non perdetevi il “mammoccio”, ovvero il cristo ligneo conservato nella chiesa. Per la sua storia vi rimando a un’esperta marchigiana, Nadia!
6. Museo della Civiltà Contadina
7. Stalla no stress dell’Angolo del Paradiso: qui potrete fare incetta di formaggi freschissimi ed entrare nel fantastico mondo delle “mucche in autogestione”
Che sia il tartufo, la natura o i loro misteriosi trascorsi a portarvi fin qui, non importa. I Monti Sibillini vi faranno innamorare dei loro profumi, dei suggestivi panorami e dei sapori della loro terra. E forse, la vera magia è proprio questa.
Photo Credit: Roberta Longo – Infoturismiamoci
Ascoli On the Road says:
Congratulazioni..pezzo bellissimo sulla nostra splendida terra!!!!!!!!:D
Roberta Longo says:
Grazie ragazzi, detto da due insider vale doppio ^_^ Continua a mancarmi Ascoli, devo rimediare al più presto!