Alicudi
Mi accoglie con un mare calmissimo sovrastato da nuvoloni grigi carichi di pioggia; la quiete prima della tempesta, verrebbe da pensare. In realtà la tempesta non arriva, ed è solo quiete. Alicudi è così, silente, solitaria, surreale e incredibilmente poetica.
Barche a remi che, con l’usura del legno malamente nascosta dai colori pastello, raccontano lo storico legame col mare. Una mulattiera in pietra lavica, in salita, costeggiata da capperi e ibischi. L’erica, la pianta che ha ispirato l’antico nome di Alicudi, Ericusa. Un mulo, l’unico mezzo di trasporto su un’isola priva di strade. Case intonacate di bianco e di azzurro. Porte socchiuse. E infine loro, i gatti, unici guardiani di un’isola dalla storia millenaria. Tutto intorno il silenzio. L’unico rumore che sento è quello del mio respiro mentro risalgo la mulattiera.
Dopo mille gradini arrivo a San Bartolo, un borgo completamente disabitato che ospita l’unico monumento storico dell’isola, la Chiesa di San Bartolo. Un po’ più su, si intravede Contrada Pianacella, da tempo residenza estiva di molte famiglie tedesche. Niente acqua, niente elettricità … ma in un posto del genere un problema del genere diventa secondario. Un’isola vulcanica di soli 5 km con un panorama da cartolina, due botteghe, un bar, un piccolo albergo, un ufficio postale. La meta perfetta per chi vuole riconciliarsi con se stesso, con la natura e un ritmo di vita quasi dimenticato, per chi è alla ricerca di ispirazione, per chi dopo l’allegria di Lipari, i fanghi di Vulcano, la malvasia di Salina e le nuotate a Panarea vuole riscoprire la vera essenza di queste 7 meravigliose isole, e in generale, dell’intera Sicilia.
Questa è Alicudi. L’isola in cui il tempo si è fermato, l’isola che resta nel cuore. Un meraviglioso e inaspettato colpo di fulmine.
Filicudi
Arrivo a Filicudi in k-way, aria di pioggia anche qui. C’è chi gioca a scopa ai tavolini del bar, chi sale e chi scende dalle antiche mulattiere, chi passeggia tra i ciottoli in riva al mare. “Da lassù è una meraviglia” ci dicono, indicando uno dei punti panoramici più belli dell’isola. Inizia la salita, nel verde e tra i capperi, in modalità “avvistamento conigli”; ogni metro più su la prospettiva cambia, i colori pure. All’improvviso Filicudi decide di regalarci il sole, e qui è la fine … un incanto che merita di interrompere la salita e fermarsi in contemplazione. Ci sediamo e restiamo lì.
Scopro che Filicudi è il nuovo rifugio dei “vip”, piccola, riservata, lontana dal turismo di massa. È molto simile ad Alicudi, ma qui c’è una strada carrabile che collega le contrade e qualche hotel, boutique e ristorante; nessuna illuminazione pubblica, ad illuminare l’isola solo la luce della luna e di qualche miliardo di stelle. Mi parlano di Pecorini Mare, un piccolo borgo “incantato” tra mare e montagna. E poi il mare, uno dei più belli che abbia mai visto (qui trovate l’elenco delle spiagge più belle delle Eolie ).
7 isole in 7 giorni, scoperte grazie al tour di Imperatore Travel. Il mio viaggio è partito da qui, dalle isole più occidentali dell’arcipelago, dalle più intime, dalle più vere. Prossima tappa, Lipari.
Come raggiungere Alicudi e Filicudi: la Compagnia Siremar opera numerosi collegamenti dalle e per le Isole Eolie con aliscafi, traghetti e unità veloci. Per info su rotte, orari e ticket vi consiglio di visitare il sito.
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Photo Credit: Roberta Longo – Infoturismiamoci
3 Comments on “#eolietour13: il viaggio inizia da Alicudi e Filicudi”