Reggio Emilia è la città del Tricolore, nonché la fortunata fermata della nuova stazione Mediopadana che accoglie i passeggeri tra le bianche onde di acciaio opera dell’architetto Calatrava, l’uscita autostradale che ti stordisce con i tre ponti opera anch’essi del famoso architetto spagnolo, la sede di uno dei più importanti teatri italiani (il Teatro Valli), la culla di notevoli opere artistiche e, in primis, la meta per eccellenza di chi ama scoprire la buona tavola proprio nel cuore della food valley d’Italia.
La città si sveglia verso le 8, quando ancora le saracinesche dei negozi sono abbassate, la chiara luce del mattino illumina i tanti campanili che sbucano in ogni angolo della città e i reggiani si tuffano nei bar del centro per l’immancabile cornetto con cappuccino. Il migliore, senza ombra di dubbio, è al Caffè Europa in Piazza Prampolini, proprio di fronte al Duomo, ma qui non ci si siede e a volte è veramente dura entrare. Se la colazione è sinonimo di quiete e giornale allora meglio dirigersi in una delle tante laterali che si dipartono da questa piazza, per scovare tavolini all’aperto di bar meno rinomati ma sicuramente più intimi (bellissimo sedersi al caffè o sulle panchine della piccola Piazza Casotti, appartata ed accogliente, che racchiude in pochi metri quadri uno dei più caratteristici angoli reggiani). Da qui si può partire per una passeggiata in centro città, raggiungendo in pochi minuti luoghi che non possono che affascinare.
Da Piazza San Prospero dominata dalla Basilica dei Leoni a Piazza Fontanesi punteggiata da panchine e tavolini, dalla Basilica della Ghiara al monumentale Teatro Valli, basta passeggiare e perdersi nelle vie del centro storico per ammirarne tutte le meraviglie.
Se si visita la città in un martedì o venerdì mattina, tutte le piazze del centro storico sono occupate da venditori ambulanti per il doppio appuntamento del mercato settimanale, se invece la visita cade di sabato, è Piazza Fontanesi ad essere il centro di un mercato sicuramente più caratteristico e più locale, il mercato del contadino (o mercato di Campagnamica) che vede per protagonisti i piccoli produttori agricoli reggiani.
E quando si parla di cibo Reggio Emilia regna sovrana: i forni sono aperti in genere solo al mattino, quindi approfittiamone e compriamo un pezzo di erbazzone, una torta salata che a Reggio si mangia indistintamente a colazione, a pranzo e a cena. A pranzo è bello sedersi in un tavolino all’aperto di uno dei tanti bar e piccoli ristoranti nelle piazze principali delle città (da Prospero, in piazza San Prospero, il mio preferito) ma per gustare la vera cucina reggiana allora meglio abbandonare il fascino del tavolino nel bel locale sulla piazza e dirigersi nel tempio del bollito e del piatto per eccellenza, i cappelletti (da Canossa in via Roma). Da Prospero o al Caffè Europa ci si può sempre tornare per l’ora dell’aperitivo quando, soprattutto nella stagione estiva, le piazze antistanti a questi locali si riempiono di gente e la città, anche di sera, risulta viva e meravigliosa.
A luglio soprattutto, ogni mercoledì sera la città si accende di luci e di musica: negozi aperti, musica dal vivo in tanti angoli del centro storico, forni e piccole gastronomie che allestiscono gazebi e sedute tra i piccoli vicoli del centro per sfamare con delizie appena sfornate i tanti visitatori dei mercoledì rosa reggiani.
Ma per conoscere davvero Reggio Emilia e la sua ricchezza forse è necessario uscire dal centro cittadino, dirigersi in campagna, magari di prima mattina, quando in uno dei tanti caseifici il maestro casaro inizia la trasformazione del latte in quello che per eccellenza è il re dei formaggi. Tanti caseifici organizzano visite guidate e sono provvisti di spaccio per acquistare punte di formaggio Parmigiano Reggiano (qua l’elenco dei caseifici per comune) altrimenti lo si può sempre fare in alcune caratteristiche botteghe del centro storico (Salumeria Giorgio Pancaldi, angolo Piazza San Prospero).
Se si è apprezzato vedere nascere una forma di Parmigiano, seguirla nelle varie fasi della sua realizzazione ed alla fine gustarne il prezioso sapore, perché non continuare la visita della città scoprendone un’altra eccellenza proprio laddove viene prodotta? Sono molte le acetaie dove è possibile scoprire l’Aceto Balsamico Tradizionale di Reggio Emilia ascoltando il racconto di chi lo produce da anni e assaporando poche gocce di questa eccellenza abbinata ad altri prodotti locali (qui elenco e contatti). L’azienda agricola La Razza (situata in campagna a pochi minuti di macchina dalla città), per esempio, offre la possibilità di combinare la visita al caseificio con quella all’acetaia, magari intervallandole da un ottimo pranzo a base di salumi e piatti tipici in un ristorante con tovagliato a quadri con vista sui campi puntellati da balle di fieno e sulle tante vigne che circondano l’azienda.
Se poi si visita Reggio Emilia con bambini al seguito immancabile una pausa nel cortile interno della storica biblioteca Panizzi e un pic-nic in uno dei parchi giochi del centro storico … qua alcune dritte!
Testi e foto di Mary Franzoni, “local expert” reggiana fondatrice di Playground around the corner, un blog che vuole raccogliere e fornire alle famiglie in viaggio indicazioni sul posizionamento e la dotazione dei parchi giochi in Italia e all’estero, dare informazioni preziose a chi viaggia con bambini e fare luce su queste aree, in Italia, troppo spesso trascurate, anonime e standardizzate. Se volete capire meglio il progetto e volete aiutare Mary a “mappare” l’Italia contattatela. Su twitter è @playgroundmary
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