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Il Kenya, grande quasi due volte l’Italia ma con metà della sua popolazione, rappresenta la principale destinazione turistica dell’Africa Orientale per l’efficiente organizzazione ricettiva, la grande ricchezza faunistica e l’estrema varietà ambientale, che spazia delle candide spiagge sull’oceano Indiano protette dalla barriera corallina, alle vette vulcaniche dei monti Kenya (5.199 m), Kilimangiaro (5.896) e Elgon (4.321). Possiede i parchi più belli, ricchi e meglio attrezzati del continente, ma è anche il posto migliore dove poter osservare i famosi “big five”: leone, bufalo, elefante, leopardo e rinoceronte, anche se in realtà possiede in gran numero tutto il campionario della fauna africana. 
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Il Kenya annovera una trentina di parchi nazionali (i più famosi sono Tsavo, Amboseli, Masai Mara, Aberdare, Marsabit e parco marino di Malindi) e parecchie riserve naturali minori, tutti con un’enorme varietà di flora e fauna, ed è protetto il 12% del territorio (contro il 5% del 1993). Per le loro peculiarità i parchi del monte Kenya e del lago Turkana sono stati riconosciuti dall’Unesco come Patrimonio dell’Umanità. Tuttavia la stragrande maggioranza del patrimonio naturalistico kenyota si trova fuori dai parchi e per questo motivo stanno sorgendo parecchie riserve private, dotate spesso di ecolodge di grande charme e comfort, dove si può rivivere l’atmosfera dell’old Africa dei safari e dei cacciatori alla Hemingway.
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La varietà ambientale favorisce anche una notevole ricchezza di volatili, in primis struzzi, avvoltoi e marabù, poi fenicotteri, pellicani, gnu e cicogne attorno a fiumi e laghi, buceri e uccelli tessitori nelle foreste. Ma il più affascinante spettacolo della natura è sicuramente costituito dalla migrazione stagionale di erbivori (gnu, zebre, antilopi, gazzelle e bufali), seguiti a vista dai predatori carnivori, dal parco di Masai Mara a quello tanzaniano del Serengeti: milioni di animali in movimento, la maggior concentrazione faunistica della terra, in cerca di acqua e nuovi pascoli.
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Discorso a parte merita la regione settentrionale, verso i confini con Uganda, Sudan, Etiopia e Somalia, impostata sulla grande depressione del lago Turkana, dove il paesaggio muta profondamente, caratterizzato da deserti, distese di nere rocce laviche, vulcani spenti ricoperti da foreste, canyon, laghi e oasi lussureggianti. Una zona poco battuta dal turismo per la distanza su strade e piste sconnesse, la mancanza di strutture e il caldo intenso, ma anche di estremo interesse paesaggistico, naturalistico, con una ricchissima avifauna e animali inusuali. Il Turkana vanta alcuni primati: il lago maggiore del Kenya, il lago desertico permanente e quello alcalino più grande del mondo e il 4° salato; le sue acque, di un color verde pallido tanto da meritare l’appellativo di “mare di giada”, ospitano due isole vulcaniche e sono ricche di ippopotami e coccodrilli.
L’operatore milanese “I Viaggi di Maurizio Levi” (tel. 02 34 93 45 28, http://www.deserti-viaggilevi.it/), propone in Kenya un’inusuale spedizione di 16 giorni in fuoristrada che si spinge fino al lago Turkana, dopo aver toccato tutti i parchi e le riserve più significative (monte Kenya, Samburu, Marsabit, Maasai Mara, deserto di Chalbi e laghi Borino, Bogoria e Nakuru). Partenze mensili con voli di linea Klm da Milano e Roma da giugno ad ottobre 2011, pernottamenti in lodge con pensione completa, accompagnatore dall’Italia e guida locale di lingua inglese, quote da 4.160 euro più 270 dollari per l’ingresso ai parchi.

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