Donne, stop ai diamanti sì ai campi coltivati a zafferano. Chiamatela spezia o piuttosto – considerate le sue millemila proprietà – elisir di lunga vita. Fatevi regalare dal vostro uomo un campo con questi fiori meravigliosi e pensate “ho antiossidante fino alla fine dei miei giorni”. Doverosa aggiunta: è un potente, potentissimo afrodisiaco. Non vi basta, volete ancora un diamante… forse è il caso di pensare che 10 grammi di zafferano arrivano a costare 16 euro. Bingo! Ciao diamante, forse non ci incontreremo mai.
Se allo zafferano aggiungiamo distese di lavanda, salvia, origano, melissa… bhè, siamo nel paradiso delle piante officinali. Segnatevi questo nome: Perle di Sicilia Bio. Date un’occhiata alla pagina Facebook e se passate dalla provincia di Enna, precisamente da Barrafranca, andate a trovare le sorelle La Loggia. Due splendide donne che si destreggiano tra raccolte all’alba ed essiccazioni, preparazione di oli essenziali e coltivazioni bio che danno vita a pesti, creme e confetture ricercate e semplicemente ottime.
PIAZZA ARMERINA
Dopo esservi felicemente drogati di lavanda vi consiglio una bella passeggiata a Piazza Armerina. Una città arroccata su un colle, circondata da boschi (eucaliptus come se piovesse) parchi e riserve, patrimonio Unesco grazie alla Villa del Casale (uno dei siti romani più fruiti in assoluto) e inserita tra le migliori mete child friendly europee. Vicoli che incrociano chiese e botteghe dalle insegne storiche, fino ad arrivare in alto, al Duomo. Piazza Armerina è anche sinonimo di vino alle mandorle: bianco, dolce, delicato, profumatissimo. È in casi del genere che capisci quanto sia limitante viaggiare in aereo con un bagaglio a mano…
AIDONE
Dedicate una mezza mattinata alla visita della vicina Aidone e del suo Museo. Qui, tra i pezzi della ricca collezione, troverete anche la testa dell’Ecce Homo (la cui particolarità è quella di cambiare espressione a seconda dell’angolo di visuale) e la famosa Dea di Morgantina, scultura greca del V secolo a.C. trafugata 30 anni fa, per poi essere acquistata dal Paul Ghetty Museum di Malibu ed essere restituita ad Aidone dopo una lunga trattativa.
Se siete in zona e volete dormire in un agriturismo con la A maiuscola ecco il nome che fa per voi: Gigliotto, un ex monastero del 1300 sviluppato intorno a una corte e a un antico borgo con case in pietra. Qui ho trovato l’amore, eccolo, abbandonato davanti alla porta dell’agriturismo (da soggetti mononeuronici in bilico tra stupidità, cretinaggine e stoltezza) e subito adottato dal padrone di casa. Love.
TROINA
In poco più di un’ora si arriva a Troina. Siamo nel Parco dei Nebrodi, la più grande area naturale protetta della Sicilia. Se dicessi “Battaglia di Troina” probabilmente molti penserebbero “… devo sfogliare il sussidiario…”, ma a molti altri, ovvero agli amanti della fotografia e di uno dei più grandi fotografi di sempre, Robert Capa, verrebbe in mente questa foto.
Agosto 1943. Per 6 giorni Troina è campo di una storica battaglia tra gli Alleati e la resistenza tedesca arroccata in paese. Testimone di morte e macerie, Robert Capa ha raccontato con degli scatti incredibili questo pezzo di storia siciliana. Al Museo Civico di Troina trovate una mostra con la riproduzione degli scatti del fotografo ungherese: imperdibile, e sì, lo dico perché lui è in assoluto il mio fotografo preferito.
La probabilità di arrivare a Troina con una nebbia da Padania è pari a quella che ha Leonardo di Caprio di vincere 2 Oscar consecutivi. Bene, io sono la Leonardo di Caprio della nebbia. Ma devo ammettere che nebbia a volte è sinonimo di suggestione, questo il caso.
Si può arrivare nel cuore della Sicilia, trovare il Circolo Operai del 1862 e non prendere un caffé al Bar dello Sport?! No! Il Bar dello Sport è come il Cinema Kursaal, se lo trovi lo devi onorare. Visto che ci siete assaggiate la vastedda cu sammucu, una focaccia ai fiori di sambuco farcita. Lo trovate in Via San Silvestro 89.
E ora un consiglio. Dormire a Troina: dove? A Le Querce di Cota, intimo, accogliente, caldo, con una dolcissima padrona di casa, tanto verde, cavalli, cani e gatti in quantità. La cucina di Concetta è strepitosa, in tavola arrivano i prodotti bio del suo orto e tutte le eccellenze locali; assolutamente da assaggiare la famosa “Sfoglia di stagione”, un primo a base di pasta fresca fatta a mano condita con olio di oliva extravergine, pomodorino di Pachino, cipollotti freschi, uva passa, foglioline di cavoletti, pepe rosso, mollica di pane raffermo, pistacchio di Bronte, pancetta di suino nero dei Nebrodi e aromi della montagna ennese. Beveteci su un buon vino siciliano e buona vita!
Food tips: devo, non posso esimermi. Qui siamo nella patria del Piacentinu ennese, un formaggio di latte di pecora caratterizzato dall’aggiunta di zafferano e grani di pepe nero… lo mangi e pensi “ora come farò a vivere senza?”. Non ho ancora trovato una risposta intelligente ma la mia scorta è agli sgoccioli… urge soluzione.
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