Mare, vino e pesce. Secondo un calcolo assolutamente oggettivo e scientifico questi tre elementi possono rendere felici l’80% dell’umanità. La sottoscritta sicuramente. La sottoscritta però non ama accontentarsi, quindi parla di un mare da Bandiera Blu, di un vino tra i più pregiati d’Italia, di un pesce così fresco da riuscire a ‘sentire il mare’. Parlo di Marche, parlo di Senigallia.
Parlo di quella atmosfera anni ’60, tra il vintage e il glamour, a metà tra ‘La dolce vita’ e ‘Sapore di mare’. Si respira all’alba, sulla spiaggia di velluto, quando in attesa del sorgere del sole un veneto ti istruisce sugli allevamenti di vongole mentre in sottofondo, sulle note de La notte di Adamo, un bagnino baffuto alla Groucho Marx sistema i lettini.
Parlo delle pedalate al tramonto, che partono dal Lungomare e arrivano al porto. Il quadro perfetto per gli animi romantici: i pescherecci che rientrano, le reti, i baci sulle panchine, Penelope e i lupi di mare della cooperativa dei pescatori, sempre pronti a raccontare vecchi aneddoti e, fino a poco tempo fa, ad improvvisare allegre spaghettate con chi si fermava a scambiare quattro chiacchiere.
Parlo delle uscite in barca. Dell’essere al centro tra acqua e terra, mare e colline, verde e azzurro. La prospettiva cambia, solo vento, sole e quell’incredibile silenzio del mare che il largo regala. Drifting al tonno o traina alla ricciola per gli amanti della pesca, escursione al Parco Naturale del Conero o breve fuga in Croatia (a sole 3 ore di navigazione) per gli amanti del mare e della natura incontaminata. Il mio Cicerone in mare è stato Christian, davvero un ottimo accompagnatore.
Parlo di colline, vigneti e vini. A Senigallia mi sono ritrovata davanti alle parole di Goethe “La vita è troppo breve per bere vini mediocri”. Dopodiché ho onorato il Verdicchio dei Castelli di Jesi e il Lacrima di Morro d’Alba, ed ho pensato che quelle parole fossero semplicemente una grande verità. Percorrere la via del vino, sentir parlare di uva e di amore, perdersi in un calice davanti alla spighe di grano: se non è felicità questa non so proprio cosa possa esserlo. Degustare, contemplare e godersi il momento. Stop. È quello che ho fatto alla Cantina Mezzanotte con un calice di Verdemare e alla Cantina Conti di Buscareto con un Rosè Brut da lode.
Parlo del buon cibo. In una sola parola: pesce. Quello dei ristoranti stellati, delle osterie, dei chioschetti. Quello di un panino emozionale ed esperienziale, il tataki di Cedroni. Sublime. Dal ristorante sul mare al chiosco nel centro storico, dal bianco di Uliassi al calore dell’Osteria Palazzo Barberini. Senigallia destinazione orientata al food che mi sento di consigliare spassionatamente a chi ama il cibo (nel senso letterale della parola amore), ai palati educati e, ovviamente, agli amanti del pesce.
Parlo di vita by night. Di sacrosanto divertimento, di aperitivi in terrazza, cocktail in riva al mare, dj set, birra e moscow mule. Il famoso “sabato senigalliese” non delude, parola di viveur.
Parlo del mare e del dormire letteralmente a due passi dall’acqua. Aprire la finestra e godersi questo spettacolo è sempre una grande fortuna, lo so, ne prendo atto e quando posso me lo godo fino alla nausea (che non arriva mai). Bisogna solo scegliere l’angolo di mare che garba di più; il mio era quello del City Hotel. Tutto questo implica che attraversando la strada si è già in mare o su un lettino a prendere il sole. “Vita smeralda” direbbe qualcuno, soprattutto quando decidi di optare per un lido total white, con ombrelloni che si aprono e si chiudono sfruttando l’energia solare, con un angolo biblioteca, un Verdicchio sorseggiato a riva e un’app (scaricabile gratuitamente da iPhone e Android) che permette di prenotare il posto in spiaggia in pochi secondi. Onore al merito a Filippo, (simpaticissimo e preparatissimo) titolare dello stabilimento Bagni 77.
Parlo dell’ospitalità. “Chi si assomiglia si piglia”, è proprio vero. I senigalliesi sono un po’ come i pugliesi, e questa volta parlo di generosità, quella del voler regalare un pezzetto della propria terra a chi la sceglie tra tante. Si raccontano, cosa rara e dono prezioso per chi arriva in città per una settimana di mare e relax e riparte con le stesso stato d’animo con cui si saluta un amore estivo. In questo caso, però, non può che essere un arrivederci.
La mia stagione estiva si è aperta a Senigallia. Primo “mezzo bagno”, primo aperitivo in spiaggia, prima uscita in barca, primo Americano sul mare. Sinceramente? Non poteva andarmi meglio.
Luca Golix Golinelli says:
Bellissimo Robby, scritto D-A D-I-O!
Roberta Longo says:
Un enorme GRAZIE, con tutto il cuore!